Blog - Carte, dadi e pittura: il gioco d’azzardo raccontato dall’arte
02.09.2025
Carte, dadi e pittura: il gioco d’azzardo raccontato dall’arte
Il gioco d’azzardo non è stato soltanto un passatempo: nel corso dei secoli ha lasciato tracce materiali e simboliche, diventando parte integrante della cultura europea. Carte, dadi, gettoni e scene dipinte raccontano non solo la voglia di giocare, ma anche le riflessioni morali e sociali delle epoche passate.
Le carte da gioco come opere d’arte
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Il mazzo Visconteo (XV sec., Milano) è tra i più antichi sopravvissuti, realizzato a mano e decorato con oro. Più che semplici carte, erano veri capolavori artigianali.
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Il Tarocchi Minchiate (Firenze, XV sec.) introduce figure allegoriche, virtù, pianeti e segni zodiacali, trasformando il gioco in un’enciclopedia visiva del tempo.
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Le carte francesi del XVII secolo fissano i semi che conosciamo oggi: cuori, quadri, fiori e picche.
Questi mazzi erano simboli di prestigio e cultura, non solo strumenti di gioco.
Dadi e gettoni
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Dadi romani (I–IV sec. d.C.), in osso e bronzo, sono stati ritrovati a Pompei e in molte città europee.
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Cubi d’avorio medievali venivano usati tanto per giocare quanto per pratiche divinatorie.
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Gettoni del XVI–XVII sec. spesso coniati come piccole medaglie, recavano stemmi o scene allegoriche e servivano come “moneta” per il gioco.
Il gioco nella pittura
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Caravaggio – I Bari (1594, Fort Worth, Kimbell Art Museum)
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Una delle opere più famose sul tema del gioco. Tre giovani siedono a un tavolo: due barano con gesti nascosti e carte infilate nella cintura.
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Caravaggio non rappresenta solo la scena, ma la tensione psicologica, la complicità nello sguardo e l’ingenuità della vittima.
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Il quadro diventa un monito morale contro l’inganno e la cupidigia.
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Georges de La Tour – Il giocatore con l’asso di quadri (1635–1638, Louvre)
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Un gruppo elegante gioca a carte. Tutto sembra raffinato, ma l’osservatore coglie il trucco: una giocatrice nasconde l’asso dietro la schiena.
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Il pittore usa la luce radente per esaltare l’atmosfera teatrale e l’ambiguità della scena.
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Tema: l’apparenza nobile che cela la corruzione.
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Pieter Bruegel il Vecchio – Giocatori di dadi (XVI sec.)
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Scene popolari con uomini e donne che si accalcano intorno a dadi e bevande.
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Per Bruegel il gioco è parte della vita quotidiana, ma sempre accostato a eccessi, risse e caos.
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La lezione morale è chiara: il gioco può distrarre dall’ordine e dalla responsabilità.
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Jan Steen – La famiglia del pittore gioca a carte (XVII sec.)
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Steen dipinge spesso taverne, feste e giochi. Qui mostra una famiglia intera intorno a un tavolo.
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L’atmosfera è vivace, quasi comica, ma nasconde la critica: il gioco unisce e divide, diverte ma può portare al disordine domestico.
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Hendrick ter Brugghen – Giocatori e cortigiane (1623)
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Una scena di taverna olandese: uomini che giocano e bevono in compagnia di cortigiane.
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Qui il gioco non è solo passatempo, ma si intreccia con seduzione, alcool e vizio.
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La pittura diventa uno specchio dei pericoli morali della società.
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Francisco de Goya – Los Caprichos (1799)
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Anche Goya, nelle sue incisioni satiriche, affronta il tema del caso e dell’azzardo, mostrando la follia e la rovina legate a certe passioni.
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Non è un dipinto da cavalletto, ma un ciclo grafico che denuncia le debolezze della società spagnola del tempo.
Nella pittura, il gioco d’azzardo appare quasi sempre come allegoria di inganno, avidità e perdita di valori.
Scultura e arti decorative
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Coppe incise con scene di gioco (Germania, XV–XVI sec.) testimoniavano la diffusione del tema anche negli oggetti di lusso.
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Mobili rinascimentali italiani presentavano intarsi con raffigurazioni di giochi e divertimenti.
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Arazzi del XVII secolo immortalavano momenti di svago, trasformando l’azzardo in narrazione visiva domestica e aristocratica.
Il ruolo del restauro
Grazie al restauro oggi possiamo cogliere dettagli nascosti: nei dipinti di Caravaggio e La Tour, ad esempio, le indagini radiografiche hanno rivelato correzioni che accentuano il tema dell’inganno.
Il recupero dei colori originali delle carte e dei gettoni ci restituisce la vivacità che il tempo aveva spento.
Questi oggetti e immagini non sono solo testimonianze artistiche, ma anche chiavi di lettura per comprendere la società e la morale del passato.
Il gioco d’azzardo nell’arte non è una celebrazione del vizio, ma uno specchio culturale. Attraverso carte, dadi e scene pittoriche, gli artisti ammonivano contro l’illusione della fortuna e il pericolo dell’eccesso. Conservare e restaurare questi oggetti significa custodire la memoria di come le generazioni passate hanno interpretato il rapporto tra caso, destino e libertà. Studiare e restaurare opere d’arte che raffigurano il gioco ci ricorda che la società ha sempre riflettuto sul confine tra divertimento e rovina. I RockySpin casinò online non sono che l’ultima espressione di una tentazione antica, che continua a sfidare l’uomo.